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Sansevieria cylindrica; Tillandsia; Fittonia; Dracena lemon


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Sansevieria è un genere delle Agavaceae, originario sia delle Indie che dell'Africa tropicale, che conta circa 50 specie erbacee perenni con radici rizomatose, foglie carnose lanceolate e variegate, che spuntano a gruppi dal rizoma, erette, spesse e coriacee, marmorizzate di verde scuro, a volte con strisce dorate lungo i margini, con altezze variabili da 30 cm ad oltre 1 metro.
I fiori sono riuniti in un'infiorescenza biancastra a forma di spiga, che emana un acuto odore dolciastro ed in appartamento fioriscono molto raramente.

Specie coltivate

Tra le specie coltivate ricordiamo la Sansevieria trifasciata con numerose varietà, come la Sansevieria trifasciata var. larentii con le foglie bordate di giallo, la Sansevieria cylindrica con foglie tubulose, la Sansevieria hanii dalla forma raccolta e di bassa statura e la Sansevieria zeylanica con il fogliame dall'aspetto morbido.

Uso

Vengono utilizzate come piante ornamentali in vaso su terrazzo o in appartamento.

Metodi di coltivazione

Desiderano luce diffusa e temperatura calda e costante. Temono il freddo, resistendo fino a temperature minime invernali di 8-10 C°. Rischiano di marcire facilmente a temperature al di sotto dei 6° C., mentre sopportano bene gli ambienti caldo-secchi invernali degli appartamenti. Necessitano di concimazione, con fertilizzanti liquidi somministrati con cadenza mensile. Le annaffiature devono darsi in maniera regolare diradandole nella stagione invernale. Il rinvaso o rinterro deve essere ogni anno in primavera, soprattutto se il ceppo si è infittito e affiorano le radici. Deve essere utilizzato a tal fine un terreno permeabile, composto da terricciato sabbioso di letame misto a terra d'erica. Non usare mai dei lucidanti fogliari per pulire le foglie ma utilizzare un panno umido avendo cura di sorreggere le foglie per evitare che si spezzino.

La moltiplicazione avviene per divisione dei cespi nelle varietà della Sansevieria trifasciata, e per talea di foglie nella Sansevieria zeylanica.

Avversità

    * Temono gli attacchi di cocciniglie che devono essere eliminate tempestivamente
    * Il ristagno di umidità provoca il giallume fogliare e il marciume di rizomi e foglie

Etimologia

Secondo la tradizione, il genere fu denominato sansevieria da Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, nel XVIII secolo.


Tillandsia è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae, originarie del Centro America.

Ne esistono circa 500 specie. Senza radici, assorbono il loro nutrimento dall'umidità dell'aria (conosciute anche come Garofano d'aria). Vivono generalmente sulle cime degli alberi o sulle rocce, nelle zone dove sono più diffuse è comune trovarle anche su pali e fili elettrici oltre che sulle antenne televisive. Questo comportamento ha indotto a pensare che queste piante potessero essere in grado di assorbire le radiazioni elettromagnetiche emesse da televisori e computer. L'umidità dell'aria è catturata tramite apposite strutture poste sull'epidermide chiamate tricomi che sono aperti quando la pianta è secca e si richiudono sopra una certa soglia di umidità per impedirne l'evaporazione, l'aspetto vellutato di queste piante è dovuto proprio ad essi. Assieme all'umidità catturano anche il pulviscolo atmosferico che contiene agenti inquinanti, per questa proprietà sono stati eseguiti studi volti ad utilizzare queste piante come biorivelatori di inquinanti atmosferici in particolare per rivelare gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), sostanze provenienti dalla incompleta combustione della benzina e del gasolio sospettate di causare il cancro.
La pianta è stata testata per sei mesi sulla trafficatissima circonvallazione di Firenze, per iniziativa del botanico Luigi Brighigna dell' Ateneo fiorentino, che ha poi portato le piantine "inquinate" al dipartimento di chimica 'Ciamician' di Bologna, attrezzato per studiarle. Secondo i risultati del test, resi noti dall' Università di Bologna, la Tillandsia può essere usata per monitorare l'inquinamento, ma anche, in dosi massicce, per assorbire le polveri cariche di idrocarburi policiclici aromatici, ovvero i benzopireni accusati di essere cancerogeni, provenienti dall'incompleta combustione della benzina e del gasolio. La mancanza di radici ha permesso inoltre, di analizzare le sostanze depositate escludendo le interferenze con il terreno. La Tillandsia non solo cattura gli inquinanti, ma è in grado di assorbirli ed eliminarli, metabolizzandoli, ovvero "mangiando" una discreta quantità di inquinanti: 0,2 milligrammi per chilogrammo di pianta. Costa poco e sono già state ipotizzate le applicazioni: una piccola parete può essere usata per disinquinare un appartamento, ma non si esclude in futuro l'ipotesi di interi pannelli pieni di piante da collocare sulle autostrade e sulle vie cittadine di grande traffico.

Coltivazione

La pianta non necessita di particolari cure. Si adatta bene ad ogni ambiente purché la temperatura non scenda al di sotto dei 15 °C. Evitare i raggi diretti del sole: meglio la penombra.

In estate nebulizzare spesso le foglie con acqua a temperatura ambiente e possibilmente non calcarea (anche due volte al giorno). Usare del fertilizzante (poco) solubile in acqua con micro e macro elementi da sciogliere prima della nebulizzazione.

Da ottobre ad aprile la pianta va a "riposo vegetativo". In questo periodo diradare le nebulizzazioni a una volta alla settimana. Volendo creare una composizione si può facilmente fissare la base della pianta su di un sasso (travertino) con del silicone e ricoprire l'incollatura con del muschio e posizionare la piante in un luogo umido della casa (ottimi la stanza da bagno e la cucina).

Generalmente sono piante sane e non necessitano di antiparassitari.

Fittonia

famiglia:Acanthaceae

descrizione:Pianta sempreverde, perenne, coltivabile in interni. Di facile reperibilità ma non troppo semplice da coltivare in ambienti eccessivamente secchi.La sua particolare caratteristica è la forma, infatti, tende a svilupparsi in larghezza più che in altezza. La specie F. Argyroneura possiede grandi foglie ovate, di colore verde con venature avorio, raggiunge una larghezza di 40 cm. La F.gigantea ha foglie verde scuro con venature rosa o carminio.

durata:Perenne

area di origine:America del sud

clima:Tropicale

uso:Pianta d'appartamento

accorgimenti e cure

esposizione e luminosità:Posizionare in zona molto luminosa ma lontano dalla luce diretta del sole
temperatura:Si consiglia di non scendere sotto i 16° circa. La temperatura ideale varia dai 18°c. ai 20°C. con un buon grado di umidità ambientale.
substrato: Non è indicato nessun tipo di terreno particolare. Possiamo usare un mix di terra, torba, foglie e sabbia.
irrigazione:Mantenere il terreno leggermente umido annaffiando regolarmente e moderatamente. Utilizzare sempre acqua a temperatura ambiente. Nei periodi più caldi, inoltre, possiamo aiutare la nostra pianta nebulizzando acqua (meglio se minerale o piovana) sul fogliame.
concimazione:Utilizzare concime ternario nella dose di 10 g. per decalitro di acqua. Dal secondo anno di vita in poi deve essere concimata ogni 30 giorni durante la bella stagione.
propagazione:In primavera si staccano i fusticini laterali dalla pianta madre e s'interrano su un substrato sabbioso mantenuto sempre umido. Si possono usare anche talee di germoglio.
rinvaso:In primavera quando necessario, circa ogni 2-3 anni
potatura:E' sufficiente eliminare le parti danneggiate
avversità:Può essere soggetta a funghi o marciumi diversi dovuti ad eccessiva umidità
piccoli consigli:Posizionare in luogo non soggetto a correnti d'aria o bruschi sbalzi di temperatura, evitare ristagni d'acqua Necessita di essere annaffiata abbondantemente nei periodi estivi

Dracaena è un genere di piante monocotiledoni  originario delle zone tropicali dell'Africa e dell'America.

Morfologia

Comprende piante arbustive e semiarbustive sempreverdi, con fusti eretti semplici o ramificati, grandi foglie lanceolate o lineate con sfumature e variegature di vari colori di consistenza coriacea. Si adatta facilmente a vivere in appartamenti ben scaldati d'inverno; l'interesse decorativo è dovuto all'eleganza e colore del fogliame.

Coltivazione

Richiede luminosità diffusa ma non il sole diretto, ambienti umidi ma annaffiature solo se necessarie e terriccio soffice organico con sabbia. La moltiplicazione avviene per margotta o talea.

Avversità

    * Teme il ristagno d'acqua che provoca il marciume delle radici e del tronco
    * Non infrequenti gli attacchi degli acari
   



Sarracenia è un genere di piante carnivore della famiglia delle Sarraceniaceae, comprendente otto specie diffuse in Nord america.

Descrizione

Le piante del genere Sarracenia sono erbacee e perenni, dotate di rizomi.
Le foglie sono di forma tubulare organizzate in rosette basali. Si sono evolute in una sorta di imbuto in grado di intrappolare insetti. Le foglie producono, inoltre, enzimi per digerire le prede. Gli insetti sono attratti sia da una secrezione nettarina sia da una combinazione di colori e profumi.

La trappola consiste in un tubo verticale (ascidio) la cui sommità è parzialmente coperta da un opercolo. L'estremità anteriore dell'ascidio è detta peristoma.

L'interno dell'ascidio può essere suddiviso, a seconda delle specie, in 3-5 zone distinte: la zona 1 è l'opercolo, la zona 2 è il peristoma, le zone 3 e 4 (che in alcune specie sono unificate) e la zona 5 (presente soltanto in S. purpurea) contengono strutture specializzate per la cattura delle prede e la digestione. Ciascuna di queste zone ha specifiche funzioni, con corrispondenti caratteristiche morfofisiologiche.

    * Zona 1: Opercolo. Nella maggior parte delle specie l'opercolo copre, almeno parzialmente, l'imboccatura dell'ascidio, evitando che la pioggia cada al suo interno. L'opercolo ha anche la funzione di indirizzare la preda verso l'apertura della trappola, grazie ad una combinazione di colori, odori e alla peluria diretta verso il basso. Alcune specie, in particolare S. minor e S. psittacina, hanno un opercolo particolarmente inclinato verso l'esterno dell'ascidio. In queste specie gli opercoli sono ornati da "finestre" prive di clorofilla, trasparenti, che confondono le prede spingendole a volare attraverso queste false aperture, facendoli cadere nell'ascidio. (Un sistema simile, più specializzato, si trova nella strettamente imparentata Darlingtonia californica).

    * Zona 2: Peristoma e ingresso della trappola. Questa zona comprende principalmente il peristoma, che produce nettare in abbondanza, attirando gli insetti e spingendoli a posarsi su di esso. La superficie del peristoma è piuttosto scivolosa, a causa di sostanze cerose presenti su di esso. Questa zona comprende anche la parte superiore, cerosa, dell'ascidio. Muoversi su questa zona è piuttosto rischioso, infatti i depositi cerosi presenti sulla sua superficie di essa causano la perdita di equilibrio agli insetti più incauti, facendoli cadere nell'ascidio.

    * Zona 3: Posta sotto della Zona 2, questa zona possiede una superficie fogliare su cui è impossibile muoversi, a causa della presenza di una fitta e sotile peluria rivolta verso il basso. Gli insetti, una volta arrivati qui, non hanno più scampo. Sono presenti ghiandole digestive, che immettono enzimi nel fluido digestivo.

    * Zona 4: Questa è la zona finale di molte specie. Riempita di fluidi digestivi, assorbe i nutrienti rilaciati dagli insetti grazie all'azione degli enzimi e dei batteri nell'ascidio. Questa zona, dove sono presenti altre ghiandole digestive, presenta una peluria più rigida, sempre rivolta verso il basso, che rende impossibile la fuga dai fluidi digestivi.

    * Zona 5: Questa zona, localizzata sotto la Zona 4 e presente solo nella S. purpurea, è liscia, glabra, senza ghiandole, e non è utile all'assorbimento dei nutrienti. La sua funzione è sconosciuta; probabilmente serve come deposito per le parti non digeribili degli insetti.

Distribuzione e habitat

Sette delle otto specie del genere Sarracenia hanno un areale ristretto alla costa sud-orientale degli Stati Uniti; solo l'areale della S. purpurea si estende a nord sino alla zona dei Grandi Laghi ed nel sudest del Canada.
Al di fuori del suo territorio di origine S. purpurea è stata introdotta in alcuni paesi europei, ove si è naturalizzata. Tra questi la Svizzera, ove esiste una popolazione, nel massicio alpino del Giura, nota da oltre un secolo, in Irlanda, Gran Bretagna e Germania.

Come altre piante carnivore vivono in ambienti umidi, con un basso pH, i cui nutrienti, in particolare i nitrati, sono continuamente dilavati dalle acque o resi indisponibili dal basso valore del pH. Le Sarracenie necessitano di integrare il loro apporto di nitrati mediante la cattura di prede e hanno un vantaggio competitivo rispetto alle altre piante dalle sostanze che ricavano dalle loro prede animali.

fonte: wikipedia



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